Tampone per ricerca Streptococcus agalactiae

Lo streptococco agalactiae – o, più correttamente, Streptococcus agalactiae – è un battere Gram-positivo, facente parte nel microbiota umano. Infatti, lo streptococco agalactiae è un colonizzatore innocuo comunemente presente a livello gastrointestinale e uro-genitale.

Tuttavia, in determinate situazioni, il microorganismo in questione può trasformarsi da semplice e innocuo commensale ad opportunista patogeno, in grado di dare origine a infezioni.
Molto probabilmente, lo streptococco agalactiae è più noto con il nome di streptococco beta-emolitico del gruppo B e rappresenta uno dei microorganismi potenzialmente patogeni maggiormente temuto dalle donne in gravidanza.

Lo streptococco agalactiae è un diplococco (cioè, si dispone a coppie) Gram-positivo, aerobio facoltativo ma con predilezione per la condizione di anaerobiosi.

Normalmente innocuo, si stima che lo streptococco agalactiae sia presente nel tratto gastrointestinale, rettale e uro-genitale del 30% circa degli individui sani, sia di sesso femminile che di sesso maschile. Tuttavia, come avviene per molti dei microorganismi presenti nella flora batterica umana, in alcuni casi, esso può proliferare eccessivamente portando all’insorgenza d’infezioni anche molto gravi. Il sierotipo III, in particolare, sembra essere il maggiore responsabile delle infezioni neonatali che provocano meningite.

Lo streptococco in gravidanza desta non poche preoccupazioni nelle future mamme; questo perché l’infezione da esso sostenuta può essere trasmessa al feto o al bambino scatenando patologie molto gravi.

Come si contrae e come si trasmette lo Streptococco in Gravidanza?

In condizioni normali, questo microorganismo è tenuto sotto controllo dal sistema immunitario dell’ospite. Tuttavia, in alcune situazioni, le difese dell’organismo possono diminuire, favorendo la crescita incontrollata dello streptococco in questione e dando così origine all’infezione. Pertanto, in questi casi, lo streptococco – già presente nell’organismo – da commensale innocuo si trasforma in microorganismo patogeno.
Nelle donne in gravidanza, l’infezione da Streptococcus agalactiae è in grado di provocare sepsi, infezioni delle vie urinarie e amnionite, patologia infiammatoria dalle conseguenze potenzialmente tragiche per il feto.
Se lo streptococco non scatena l’infezione nella madre poiché adeguatamente controllato dal sistema immunitario, esso può comunque essere trasmesso al bambino durante il parto. Ciò significa che una donna portatrice dello streptococco agalactiae può trasmettere il batterio al neonato anche se, di fatto, essa non risulta malata.

Infezioni Neonatali e Patologie Associate

Una volta entrato nell’organismo del nascituro durante il parto, lo streptococco agalactiae – a causa delle difese immunitarie non del tutto sviluppate – potrebbe dare origine a infezioni neonatali dalle conseguenze molto gravi. È questo il motivo per cui lo streptococco in gravidanza genera così tante preoccupazioni.
Questo batterio, infatti, è in grado di scatenare delle vere e proprie infezioni nell’organismo del neonato, che possono dare origine a gravi patologie quali setticemie, polmoniti e meningiti neonatali.
L’infezione del neonato può manifestarsi con esordio precoce (ossia subito dopo la nascita, generalmente, entro le 20 ore), oppure con esordio tardivo (circa due o tre mesi dopo il parto). Solitamente, nel caso dell’esordio precoce, lo streptococco – diffondendosi per via ematica – dà origine a setticemie e polmoniti. Nel caso di esordio tardivo, invece, vi è una maggior probabilità che l’infezione dia origine a meningiti neonatali.

Ad ogni modo, non è da escludere la possibilità che l’infezione possa diffondersi anche ad altri distretti corporei (cute, ossa, tessuti molli, ecc.), provocando ulteriori disturbi e patologie.

Prevenzione delle Infezioni Neonatali causate dalla presenza dello Streptococco in Gravidanza

Vista la gravità delle infezioni neonatali che possono manifestarsi, la prevenzione dello streptococco in gravidanza riveste un ruolo di fondamentale importanza.

È proprio per questo motivo che si raccomanda alle future mamme di eseguire un tampone vaginale, un tampone rettale e un’urinocoltura nel periodo compreso fra la trentacinquesima e la trentaseiesima settimana di gestazione.

In caso di positività a tutti o a qualcuno dei suddetti test, il medico può decidere di iniziare fin da subito una terapia anfibiotica profilattica.  Nel dettaglio, in questi casi, risulta particolarmente importante la somministrazione di un farmaco antibiotico per via endovenosa (solitamente ampicillina) durante il travaglio. L’adozione di questa strategia preventiva consente, infatti, di ridurre la possibilità di trasmissione del batterio al neonato di ben 20 volte.
L’assunzione di antibiotici molto prima del parto, invece, solitamente è inefficace, poiché lo streptococco agalactiae può tornare a colonizzare nuovamente il tratto urogenitale e/o rettale della gestante nel giro di poco tempo.