Nefrologia

Nefrologia

La Nefrologia valuta la funzione dell’apparato renale e delle patologie che possono interessare i reni.

1- Ho la pressione alta (o mal controllata). Mi hanno detto che potrebbe dipendere dai reni: è vero? Cosa dovrei fare?

È vero: nell’1-1,5% dei casi la pressione alta dipende dai reni, nel senso che dipende da un restringimento dell’arteria renale (stenosi) che porta il sangue al rene.
In questi casi per la diagnosi occorre eseguire un’ecografia renale+ ecocolordoppler delle arterie renali che è il primo esame (non traumatico) da effettuare.

2- Ho il diabete. Mi hanno detto che i reni dei diabetici vanno controllati: che cosa dovrei fare?

Certamente, i reni dei diabetici vanno controllati con esami specifici sul sangue e sulle urine che poi vanno valutati dal nefrologo, se alterati.

Inoltre è importante eseguire un’ecografia renale, a qualsiasi stadio: inizialmente perchè, in mani esperte (ecografia clinica) l’ecografia può far sospettare un diabete misconosciuto (e il diabete più precocemente si tratta, meglio è, essendo malattia insidiosissima), indirizzando quindi il paziente ad ulteriori accertamenti. In secondo luogo perché, nel caso di malattia renale conclamata, gli organi bersaglio della malattia sono cuore, reni e occhio: quindi gli specialisti di riferimento di un soggetto diabetico devono essere il cardiologo, il nefrologo e l’oculista.

3- Nella mia famiglia ci sono persone che hanno cisti ai reni: è bene che io controlli i miei reni? Potrei avere una malattia renale ereditaria?

Certamente è importante, in questi casi, controllare la funzione renale, ma soprattutto è necessario eseguire un’ecografia renale per documentare se si hanno cisti renali (dopo i 50 anni di età tutti hanno cisti renali fisiologiche, che dipendono dall’età ) ed eventualmente di quale tipo di cisti renali si tratta. Ci sono vari tipologie di cisti:

  • cisti acquisite per età che non si accompagnano a insufficienza renale o acquisite per insufficienza renale;
  • cisti semplici singole o multiple (ad esempio il rene multicistico) la cui origine ancora non è nota ma che non si accompagnano ad insufficienza renale;
  • cisti ereditarie che si accompagnano, nel corso degli anni ad insufficienza renale, perché tendono a sovvertire la normale struttura del rene sostituendosi al tessuto renale sano (rene policistico dell’adulto): in questi casi la funzione renale resta generalmente normale fino alla 4°-5° decade di vita e l’esame urine è generalmente negativo ed anche la pressione arteriosa resta normale fino alla 4°-5° decade. L’ecografia, però, consente di evidenziare con anticipo questa malattia e di inserire precocemente dei correttivi nello stile di vita e nelle abitudini alimentari che consentano, pur senza ovviare alla malattia (che è ereditaria), di rallentare il peggioramento della funzione renale;
  • forme neonatali-infantili di rene policistico che pure sono documentabili ecograficamente e quindi in modo non invasivo: l’ecografia utilizza onde elastiche e assolutamente innocue, non radiazioni.

4- Ho spesso la cistite e nonostante le cure antibiotiche non riesco a controllarla: Che cosa dovrei fare?

Quella che comunemente si definisce cistite si chiama più correttamente infezione urinaria, perché può riguardate non solo la vescica (cistite) ma anche il rene  (pielonefrite).

La prima cosa da fare, oltre alla valutazione della funzionalità renale, è un’ecografia che consenta di valutare la normalità dei reni, l’assenza di calcoli. Bisogna poi valutare l’eventuale presenza di esiti di pregresse infezioni urinarie per escludere una malformazione renale o una condizione congenita predisponente alle infezioni urinarie (ad esempio reflusso vescicoureterale), oppure una dilatazione dovuta ad una anomalia ( ad esempio sindrome giuntale) o ad una recente litiasi espulsa o ad esiti cronicizzati di pregresse infezioni/calcolosi urinarie.

Inoltre l’ecografia dovrà valutare la normalità dello svuotamento vescicale, frequente causa sia nell’uomo (più frequentemente, a causa dell’ipertrofia prostatica) sia nella donna (per patologie in atto o pregresse: diabete, neuropatie , recenti flogosi urinarie) di infezione urinaria, dovuta al ristagno di urina.

5- Ho visto le urine scure:cosa potrebbe essere? Quali accertamenti dovrei fare?

Certamente la cosa è da approfondire. Urine scure – macroematuria – è un termine generico che andrebbe precisato: se il colore è rosso vivo probabilmente il problema riguarda l’ultimo tratto della via urinaria (uretra o vescica), oppure può essere espressione di una piccola lesione determinata da un calcolo o da un piccolo polipo della via escretrice. In questi casi va certamente fatta un’ecografia che dia indicazioni sul tipo di lesione e sulla sede dato che la presenza di un calcolo si può accompagnare ad una dilatazione del rene (nella maggior parte dei casi totalmente asintomatica) che, se non risolta, può determinare la perdita della funzione renale a distanza.

Se invece le urine sono più scure – si definisce color lavatura di carne – probabilmente il problema è più in alto lungo la via escretrice, generalmente renale . Anche in questo caso un’ecografia clinica consente di indirizzare correttamente le indagini in senso nefrologico, perchè sarà da verificare l’eventuale presenza di una malattia renale, valutare il grado di funzionalità renale e, da parte del nefrologo, suggerire gli eventuali provvedimenti successivi .

6- Nel fare un po’ di esami di controllo mi hanno trovato dei globuli rossi nelle urine: devo fare una visita dal nefrologo?

Trovare dei globuli rossi nell’urina senza avere visto ad occhio nudo un’alterazione delle urine (microematuria) è cosa da approfondire. Ancora una volta sarà importante, come primo accertamento, eseguire un’ecografia clinica che orienti sulla sede e sul tipo di lesione. Ancora una volta potrebbe trattarsi di un problema di calcolosi della via escretrice, a qualsiasi livello, di una cisti renale che ha sanguinato (e comunica con la via escretrice) oppure di un tumore benigno della via escretrice (polipo), oppure di una malattia renale (nefrite), oppure di qualcosa di più serio come una neoplasia, da approfondire con ulteriori indagini.

Anche in questo caso l’ecografia clinica (cioè eseguita da un operatore che coniughi la competenza di un ecografista con quella di un clinico nefrologo) è l’esame che consente di indirizzare correttamente tutto il successivo iter diagnostico, per evitare di perdere del tempo o di fare accertamenti inutili, costosi e/o invasivi. Con l’ecografia e in una ventina di minuti il paziente è indirizzato in senso urologico o nefrologico.

7- Sono portatore di un trapianto renale: è bene che controlli il rene con l’ecografia? Ogni quanto tempo? E i miei vecchi reni vanno controllati?

Certamente l’ecografia è l’esame meno invasivo e più utile, unitamente all’esame delle urine e alla valutazione della funzione renale, per valutare lo stato di salute del rene trapiantato poichè consente, se eseguito da persona esperta, di cogliere i primi segni di un rigetto acuto (rigetto subclinico), ma anche d’individuare i segni di un eccesso di terapia immunosoppressiva: consente in pochi minuti di valutare l’adeguatezza della terapia immunosoppressiva e quindi di personalizzarla e tutto ciò a fronte di un esame urine magari negativo e di una funzione renale ancora nei limiti di norma (si parla infatti di rigetto sub-clinico).

Per quanto riguarda la seconda domanda certamente è bene un controllo seriato dei reni nativi in quanto anch’essi vanno incontro a fenomeni patologici, più frequentemente dei reni normali, in ragione del loro stato involuto (si parla comunemente di reni grinzi). In particolare vanno seguiti con attenzione i reni policistici dell’adulto: un controllo annuale è l’indicazione che si ritiene più corretta, in assenza di sintomatologia clinica.

8- Ho avuto una colica renale. Ora il dolore è passato: quali accertamenti devo fare?

In  caso di colica renale il primo esame da fare è un’ecografia che consenta di chiarire la causa della colica. In effetti essa può essere determinata non solo da un calcolo (che a sua volta è da chiarire se è ostruente o no, cioè se dà dilatazione della via escretrice o no), ma anche da una cisti emorragica o da una patologia più seria (neoplasia). Sempre per le ragioni sopra esposte l’ecografia dovrebbe essere il primo esame (e di fatto lo è, anche in caso di un ricorso al pronto soccorso o in caso di ricovero) e va affiancatase necessario, da ulteriori accertamenti. Poiché è riscontrato che anche nel più temibile caso di una neoplasia, la chirurgia – oggi con soluzioni meno devastanti come la termoablazione o la criochirurgia dei tumori di piccole dimensioni – da ottimi risultati nei casi di intervento precoce, molto spesso l’ecografia, correttamente eseguita, diviene esame salvavita.

9- Ho espulso un calcolo: cosa devo fare? Si può esaminare? Quali accertamenti conviene che faccia?

Nel caso di espulsione di un calcolo è importante conservarlo per eseguire un esame chimico-fisico dello stesso. Contestualmente sarà da eseguire un’ecografia dell’apparato urinario per confermare o escludere la presenza di una dilatazione (idro-ureteronefrosi). Fatti tali accertamenti certamente il paziente dovrà indirizzarsi da un nefrologo e per certi aspetti anche da un urologo, ma le due specialità non sono intercambiabili: la prima si occupa delle problematiche mediche, la seconda si occupa di quelle più strettamente chirurgiche come ad esempio una calcolosi a stampo che richieda un intervento chirurgico o la litotrissia dei calcoli di maggior volume, che generalmente viene eseguita in ambiente urologico.
Il nefrologo, oltre al preventivo controllo della funzione renale, dovrà porre in atto una profilassi di eventuali infezioni urinarie e suggerire uno studio metabolico della calcolosi ed una profilassi delle recidive. Anche in questi casi un’ecografia clinica consente di monitorare in modo non invasivo lo stato del rene, soprattutto in caso di dilatazione della via escretrice che va sempre corretta per evitare un danno della funzione renale e ovviare all’insorgenza di infezioni urinarie che sono favorite favorite da un ristagno di urina, a qualsiasi livello esso si verifichi. Ci sono casi di dilatazione inveterata e non più correggibile: in questi casi il rene va monitorato da un nefrologo con l’ecografia e con gli esami di funzionalità renale.

10- Nella mia famiglia ci sono persone che soffrono di reni: è bene che io faccia un’ecografia e controlli la funzionalità renale?

Se in famiglia ci sono casi di malattia renale è certamente buona norma controllare la funzione renale attraverso l’esame delle urine l’ecografia. Le indagini genetiche, infatti, consentono oggi di scoprire sempre più frequentemente malattie renali ereditarie e quindi i precedenti casi in famiglia devono divenire motivo di indagini accurate.
Va anche posta molta attenzione ai valori di pressione arteriosa che, se elevati (diastolica superiore ai 90 mm Hg) potrebbero far sospettare una malattia renale, da confermare poi con gli esami di cui sopra. Si potrebbe trattare di una nefrite, ma anche di un rene policistico dell’adulto, malattia che ha un andamento variabile ma che generalmente dopo la 4°-5° decade di vita da insufficienza renale, consensuale allo sviluppo delle cisti (ecograficamente ben documentabili) che sovvertono la struttura dell’organo.

11- Ho un rene policistico. So che è ereditario: è bene che i miei figli facciano un controllo ecografico e della funzione renale? A quale età?

Rimando parzialmente alla risposta precedente. I figli dei soggetti affetti da rene policistico dell’adulto potrebbero esserne affetti, ma generalmente, le cisti non si individuano prima della seconda decade di vita e quindi solo verso i 17-18 anni può essere utile un’ecografia renale. Tuttavia è bene controllare preventivamente l’esame delle urine, la funzione renale, la pressione arteriosa ed eventualmente riferirsi al nefrologo.

12- Quali accertamenti deve fare un iperteso, relativamente ai reni? Ecografia? Doppler? Esami del sangue e delle urine?

Certamente l’ipertensione è motivo di valutazione nefrologica sia perché nell’1-1,5% dei casi è a genesi renale (ipertensione nefro- vascolare) sia perché, inevitabilmente, la pressione arteriosa danneggia il rene e anzi è la prima causa di peggioramento di una malattia renale o della funzione renale in un iperteso non ben trattato. Il problema della pressione elevata è talmente serio per il rene, che il motto scelto per la Giornata mondiale del rene 2009 (12 marzo) è tenere bassa la pressione arteriosa.
Certamente il nefrologo dovrà avere a disposizione un’ecografia clinica ed un doppler delle arterie renali, non solo per escludere la presenza di una stenosi dell’arteria quanto perché, nel caso di stenosi, i farmaci antitipertensivi che comunemente si utilizzano – e che sono chiamati nefroprotettori – sono estremamente dannosi potendo portare a perdita irreversibile della funzione renale per necrosi corticale. Pertanto la presenza di una stenosi andrebbe sempre ricercata prima di iniziare una terapia antiipertensivi: la prima cosa da fare è l’esame di primo livello come l’esame doppler delle arterie renali ed eventualmente approfondire con un esame di 2° livello (TC spirale, angioRM, eventualmente angiografia) che, oltre ad essere più costosi, sono più invasivi e possono dare problemi seri nei pazienti con funzione renale non ottimale. Oltre a questo, in un iperteso, vanno certamente controllate la funzionalità renale e l’esame delle urine, oltre ad altri esami di pertinenza nefrologica.

13- In passato ho avuto l’epatite virale. Mi hanno detto che potrei avere problemi renali: è vero? Quali accertamenti conviene che io faccia?

L’avere contratto un’epatite virale (talvolta misconosciuta e riconosciuta solo all’atto di un controllo degli esami del sangue) può essere causa di nefropatia associata all’epatopatia, nel caso l’epatopatia sia di tipo B o C e sia cronicizzata.
Quindi la classica epatite alimentare (epatite A) non deve essere motivo di preoccupazione, né di indagini ulteriori. Nel caso si sia trattato, invece, di una epatite dei tipi sopra indicati, accanto alla valutazione della funzionalità epatica è bene eseguire un esame delle urine (per escludere la presenza di una microematuria che può essere spia di una nefrite associata all’epatopatia) ed un’ecografia renale (eseguita nell’ambito di un’ecografia dell’addome richiesta per l’epatopatia) i cui caratteri, tuttavia, solo un occhio clinico ( nefrologico). A queste valutazioni si affiancheranno un controllo della funzionalità renale e la misurazione della pressione arteriosa, come sopra indicato: questi accertamenti indicano la necessità di un successivo riferimento al nefrologo, nel caso di riscontro di anomalie in queste valutazioni.

14- Nel corso di un esame ecografico (o radiologico) mi hanno trovato dei reni (o un solo rene) piccoli/o. Cosa dovrei fare?

Certamente la cosa va indagata: i reni potrebbero essere piccoli congenitamente ( per esempio a causa per una malattia ereditaria o per un rene piccolo congenito, solitamente monolaterale), ma potrebbero anche essersi ridotti di volume, per ragioni urologiche e/o vascolari. Pertanto la cosa va confermata con un’ecografia (meglio se associata all’ecocolordoppler), bisogna valutare la funzionalità renale, eseguire l’esame delle urine e controllare la pressione arteriosa. Successivamente occorrerà fare riferimento ad un nefrologo che indirizzerà l’iter diagnostico successivo: doppler delle arterie renali, Rx urografia o uro-TC, biopsia renale ed eventuale studio genetico se il sospetto è di una nefrite ereditaria.








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